Lettera aperta

Non hai smesso di amare la scrittura bambina mia, hai smesso di sentire, volutamente. Con la testardaggine tipica di chi ha stretto troppe volte, in un pugno, la paura.

Ti sei distratta, inconsapevolmente consapevole del rumore che fa la sensibilità quando si scaraventa sulle pareti di una mente. Hai chiuso gli occhi, ricercando il buio, ché razionalizzare l’astratto è uno zaino troppo pesante per delle spalle ormai curve. Non hai semplicemente avuto paura dell’amore, hai tremato di fronte a qualsiasi emozione. Perché razionalizzare un’emozione significa mutarla in un sentimento. E i sentimenti si sa, sono trivelle sul costato.

Smettere di scrivere, bambina mia, è stata solo l’inevitabile conseguenza.

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