È solo sesso, lo si dice giusto in adolescenza, quando ancora non si conosce la sacralità di due corpi in un’unica intenzione.
Month: Maggio 2015
La scrittura non è un fine in un mondo di itinerari, è semplicemente un mezzo. Scrivere è quel Luogo senza pareti in cui non tratteggio limiti spazio-emotivi. È quel Luogo in cui scelgo me.
Luoghi
Ti avrei voluto sorridere, con lo sguardo imbarazzato e le labbra socchiuse, per raccontarti una parte di me, il silenzio.
Avrei voluto perdere l’equilibrio sulle gambe, aggrappandomi solo al tuo profumo.
Ti avrei voluto trattenere, come si afferrano i sospiri. Intensamente.
Ti avrei voluto, potuto, dovuto. Raggiungere. Come quei desideri da saziare tra le fauci di uno sguardo. E poi mani. Carne senza veli, percorrendosi le arterie fino alle estremità.
Avrei.
E mentre lo ripeto mordendomi le labbra, petali rosei che avresti dovuto mordere tu, penso al condizionale e al giorno in cui mi insegnarono modi e tempi. Oggi che ne conosco le implicazioni e so che quel tempo verbale, io non lo “avrei” proprio voluto imparare.
Di ogni pensiero dedicato a Lui, ne faccio dolcezza ed erotismo. Come fai a scindere il tutto quando hai un Monet tra le mani.
Mattino
C’è che quando prepari il ragù, lavi le verdure incipriando uno spezzatino e il giorno è ancora mattino, appena dopo l’alba. Quando arrivano scalze in cucina, con i loro biscotti zuccherati sul viso e la loro infanzia su un vassoio di sorrisi, ti senti un po’ tua nonna e un po’ tua mamma la domenica mattina. Così l’aroma di caffè si interseca indelebilmente ai mestoli usati e una macchia d’olio e pomodoro risalta di un tono quell’abito leggero, lasciandoti respirare per un attimo la tua infanzia dall’altra parte di un palco giochi, che il mondo chiama troppo spesso incurante, vita.
L’alba
Le notti che non finiscono sono mattine che iniziano. Il ronzio di un tram in lontananza, le strade che si lasciano percorrere. Calpestare.
Un uomo grida,
un bimbo piange.
Una donna abbassa lo sguardo.
All’alba bisognerebbe scriversi sulla pelle, senza tutta questa carta; all’alba bisognerebbe ascoltare un “buongiorno” e la morbidezza di un sorriso. L’alba è per i romantici, in un mondo popolato da disillusi, cinici, disinnamorati che in quella luce scorgono solo il principio di una nuova fatica. Il sole fa capolino su un palco di “è già mattina”.